Comune di Casina
Il castello di Sarzano
Tra i castelli matildici che punteggiano le colline reggiane svetta l'antico castello di Sarzano, interamente recuperato dopo un ventennio di restauri. Le prime notizie di Sarzano si hanno in un rogito di compravendita nel 958 da parte di Atto Adalberto avo di Matilde di Canossa. Nella vasta rete di fortificazioni poste a difesa del territorio matildico questo castello occupava un posto di grande rilievo, in quanto si collocava su una direttrice strategica che da Reggio saliva verso i valichi di collegamento con la Toscana.Inoltre, data la sua posizione sulla linea medio collinare della rete difensiva, era in contatto visivo con gli altri castelli di Carpineti, Baiso, Rossena e Canossa.
In un documento del 1116, l'anno dopo la morte di Matilde, il castello e la cappella furono riconosciuti dall'imperatore Enrico V tra i possedimenti dei monaci di Sant'Apollonio di Canossa. Nel 1287 subentrò la famiglia dei Fogliani che, con alterne vicende, tenne il castello fino al 1507 quando la parte di Bertrando fu ceduta ai Canossa e nei secoli successivi ad altre famiglie feudali.
Il bel complesso castellano ha conservato, discretamente leggibili, gli elementi chiave della struttura fortificata di età matildica, che comprendeva solitamente una torre separata dalla dimora feudale che, nel caso di Sarzano, era un autentico palazzo signorile coronato da merlatura con caditoie e dotato di un ampio portale sopraelevato a scopo difensivo. Originariamente la struttura del castello era organizzata all'interno di tre cerchie di mura. Quella inferiore, che oggi corrisponde all’anello stradale, era dotata di tre porte d'accesso e includeva la chiesa e un'abitazione civile. L'anello mediano includeva un piazzale a difesa degli abitanti delimitato da un fossato e un ponte levatoio, mentre quella superiore delimitava un cortile, la torre e il mastio.
L'impianto attuale risale al XV secolo, durante la dominazione di Nicolò III d'Este, mentre l’aspetto che i recenti restauri ci hanno restituito è quello dell’ultima ristrutturazione storica, effettuata a fine Seicento dagli ultimi feudatari di Sarzano, il marchese Paolo Carandini e sua moglie Francesca Graziani. È costituito da una doppia cinta di mura, da un bel portale d'ingresso fortificato, sormontato dallo stemma della famiglia Carandini, da un cortile, dal mastio, dalla torre quadrata e, infine, dai resti archeologici di edifici religiosi recentemente rinvenuti.
Il Torrazzo – o mastio – costituisce l'elemento più interessante del complesso castellano, mentre a fianco si eleva l'elegante torre del Cassero che sfiora i 20 metri di altezza. Fino al 1960 fu adibita a campanile, ma conserva quasi intatte le caratteristiche originarie con paramenti in blocchi di pietra squadrata e in corsi regolari, secondo una tipica tecnica costruttiva medievale.
Durante i lavori per il restauro delle mura del castello sono venuti alla luce i resti di antiche strutture murarie. Lungo il margine orientale del cortile superiore le mura affioranti disegnavano la pianta di due edifici, uno dei quali dalla caratteristica forma semicircolare, dove sono state rinvenute sepolture ed ossari scavati nella nuda roccia. Si tratta dei probabili resti di una chiesa od oratorio castrense costruito sulla sommità del colle. La roccia basale è stata individuata alla quota di 1 metro e 30 al di sotto dell’attuale piano di calpestio. Al di sopra il terreno, di colore scuro, è denso di frammenti di carboni e materiali ceramici risalenti ad un’epoca compresa tra il X ed il XIV secolo.
Spostiamoci ora nella sottostante chiesa di San Bartolomeo, a livello dell’odierno anello stradale. E' dotata di un'unica navata con un'abside rettangolare e due cappelle laterali. Interessanti sono le cinque cripte e l' altare paleocristiano in pietre squadrate sotto il livello del pavimento dell'attuale chiesa, una sorprendente scoperta effettuata durante i lavori di restauro, Notevoli le tracce di un affresco decorativo del cinque-seicento sulle pareti dell'abside e la cantoria lignea dipinta risalente ai primi del '900.
Sia la chiesa che il torrazzo sono attualmente contenitori di eventi culturali, mentre la canonica, la casa mezzadrile e l’attiguo fienile ospitano oggi la locanda e il ristorante, a disposizione di coloro che volessero trascorrere un piacevole periodo alla scoperta dei luoghi e della storia di Matilde di Canossa.
Anche nei dintorni di Sarzano rimangono testimonianze artistiche e architettoniche da scoprire e visitare, come gli antichissimi borghi, le case torre e gli edifici sacri. Si segnala il nucleo rurale di Vercallo che presenta edifici risalenti al XVI secolo, ma documenti ne citano l'esistenza già nell'XI; la chiesa di Pianzo, dedicata a Santa Maria Assunta, è di origine longobarda, mentre il successivo impianto romanico ha subito forti trasformazioni nel '700. La bella Pieve di San Bartolomeo di Paullo risale al X secolo, ma nonostante i rimaneggiamenti è riuscita a mantenere la sua fisionomia e le sue proporzioni originarie con pianta basilicale, tre navate e colonne sormontate da preziosi capitelli romanici. Da non perdere il castello di Lèguigno risalente al XIV secolo, l'oratorio romanico di Beléo e i borghi medievali di Bèrgogno, Monchio dei Ferri e Montale.
Note | Foto contenute nell'audioguida di Giuliano Bianchini |
---|