Matilde

Comune di Frassinoro
La chiesa di Santa Maria e San Claudio

Incastonato tra i morbidi rilievi dell'Appenino modenese, Frassinoro divenne la sede, in epoca matildica, di un importante monastero benedettino. Tra la fine del 1070 e l'inizio del 1071 la giovane sposa Matilde di Canossa partorì una bambina che chiamò Beatrice, il parto però fu difficile e dopo pochi giorni la piccola morì: era il 29 gennaio 1071. Il 29 agosto dello stesso anno Beatrice di Lorena fece erigere il monastero intitolato a Santa Maria, com'era usanza tra i nobili, per "la grazia dell'anima della defunta Beatrice mia nipote".

Nel 1072 sempre Beatrice donò al convento le reliquie di San Claudio martire e la chiesa ebbe da allora il titolo di Santa Maria e San Claudio. Il monastero benedettino venne dotato di vasti possedimenti territoriali e di cospicui beni e la chiesa abbaziale era straordinariamente ricca di arredi e preziose sculture marmoree, distinguendosi dalle altre chiese di montagna, le cui parti strutturali e decorative erano fatte per lo più di pietra arenaria. I pregiati marmi di Frassinoro provenivano in gran parte dalle cave di Carrara, ma molti erano i pezzi di reimpiego, appartenuti un tempo alla Modena romana e all’antica città toscana di Luni.

Nel XV secolo una frana distrusse l’abbazia ed i pochi pezzi rimasti furono riutilizzati nell’attuale chiesa, nel campanile e nell’adiacente canonica. Colonne e capitelli, scolpiti con vigorosa fantasia ornativa, sono inseriti nelle cappelle, usati come acquasantiere o piedistalli di statue, oppure sovrapposti per formare l’insolito fonte battesimale all’interno della chiesa. Altri si possono vedere sul sagrato o nelle bifore del campanile e della canonica. Alcuni pezzi erratici sono conservati nel museo deposito annesso al campanile.

Vari frammenti, due dei quali sono murati sotto e accanto alla bifora della canonica, presentano rilievi ad intreccio e di gusto lineare ed astratto. Secondo alcuni studiosi risalgono ad epoca alto medievale e provengono da un’antichissima cappella che sorgeva nel luogo dove fu poi eretta l’abbazia. Degno di nota è un rilievo, dell'XI secolo, scolpito su una lastra triangolare, che in origine era forse una lunetta o parte del fianco di un sarcofago. Raffigura un personaggio al centro tra due grifoni. Murato nel secondo pilastro a sinistra forse è il simbolo della vittoria di Cristo sul peccato oppure potrebbe trattarsi della riproposizione del “Volto Santo” di Lucca, a conferma dell'importante ruolo svolto da Frassinoro nell'ambito delle vie del pellegrinaggio. Da qui infatti passava la Via Bibulca diretta in Toscana e ancora percorribile, da escursionisti appassionati, fino a San Pellegrino in Alpe. Delle preziose suppellettili dell’abbazia rimane oggi a Frassinoro una splendida colombina eucaristica. Si tratta di una pisside in rame a forma di colomba, rifinita a cesello e decorata da smalti e gemme. In epoca medioevale veniva posata su di un piatto e sospesa, tramite catenelle, sull’altare.