Matilde

Comune di Castelnovo ne' Monti
La Pietra di Bismantova

Sullo sfondo della catena appenninica si staglia ben definita la sagoma della Pietra di Bismantova, inconfondibile per la sua forma massiccia e appiattita ed attualmente parte integrante del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano. Questo balcone naturale, che si erge a 1000 metri sul livello del mare, è formato da biocalcareniti, marne e arenarie risalenti al Miocene inferiore, cioè a circa una ventina di milioni di anni fa. A conferire alla Pietra il suo aspetto attuale hanno contribuito, nel tempo, l’azione degli agenti atmosferici, i sommovimenti tellurici, i mutamenti climatici. Il ritrovamento di denti di squalo e di conchiglie testimoniano la presenza in zona di antichi depositi marini.

Fonti scritte attestano l’esistenza, un tempo, di un antico castello posto sul ciglio orientale della sommità della Pietra – instabile area confinaria, dopo la fine dell’Impero romano, tra Bizantini e Longobardi – che ripetuti assedi militari per assicurarsene il controllo da questo o quell’esercito che qui combattè, e anche successive frane, hanno provveduto, nel corso dei secoli, a ridurre agli odierni incerti frammenti, che la vegetazione ha ormai quasi completamente e silenziosamente ricoperto.

Ma questi luoghi furono abitati anche in tempi preistorici, come testimonia una necropoli di dimensioni significative, Campo Pianelli, tornata alla luce nel XIX secolo per merito di don Gaetano Chierici, rinvenuta su una balza pianeggiante posta a mezza via tra le pendici e la sommità. Gli studiosi la reputano risalente al periodo cosiddetto protovillanoviano, nell’ultima Età del Bronzo, all’incirca un millennio prima di Cristo. I reperti – spilloni, anelli di bronzo, perle d'ambra o di vetro, fibule e altri oggetti della vita quotidiana del defunto – sono ora conservati ai Musei civici di Reggio Emilia.

Oggigiorno sono tante le persone che frequentano questo posto davvero singolare. Sono consigliate le escursioni a piedi, seguendo i suggestivi sentieri immersi nella boscaglia, in particolare quello classico che dalla base del monte conduce, in circa mezz’ora, al pianoro sommitale, da cui si può ammirare uno splendido panorama a 360 gradi. Un altro interessante sentiero porta a compiere il periplo del monolite roccioso toccando significative emergenze ambientali e culturali.

Da ricordare la presenza di una raccolta e suggestiva chiesetta, autentico luogo dell’anima, di recente elevata a santuario diocesano, che si trova letteralmente incassata in un anfratto ai piedi della strapiombante parete meridionale. L’edificio, trasformato in oratorio in tempi tardomedievali dal primitivo sacello eremitico che era, ha subito nel corso dei secoli vari rimaneggiamenti, fino ad presentarsi a fedeli e visitatori, dopo gli ultimi, radicali lavori, conclusi circa 60 anni fa, con l’attuale foggia neoromanica. All'interno vi si conservano affreschi tre e quattrocenteschi.

Ma dire Pietra di Bismantova vuol dire anche, da qualche decennio in qua, parlare di arrampicata, disciplina che vi è infatti praticata intensamente dai molti appassionati che vi convergono con assiduità da località anche distanti. Non è difficile, soprattutto nei fine settimana, avvistare dal piazzale sottostante alpinisti abbarbicati alle pareti rocciose impegnati nelle ascese, sfruttando le condizioni ideali di “palestra di roccia” che presenta questa singolare protuberanza naturale.

Infine, un doveroso cenno letterario. Si sostiene che il “divin poeta”, Dante Alighieri, sia transitato dai dintorni della Pietra di Bismantova nel 1306, durante un suo viaggio tra la Lunigiana e Verona. L’evento è ricordato in un passo della Divina Commedia, nel IV canto del Purgatorio con questi versi “montasi su in Bismantova e ‘n Cacume / con esso i piè; ma qui convien ch’om voli”.

Oltre a Bismantova però sono anche altri i siti che hanno rappresentato e continuano a rappresentare la storia del territorio castelnovese, ed il suo forte legame con il periodo matildico. Come ad esempio la Pieve di Campiliola, posta su una collina che domina l’abitato sul lato nord, ben visibile anche dal tratto urbano della Statale 63, importante arteria che attraversa il paese. La chiesa è sicuramente antecedente al X secolo, e nel XIII secolo documenti coevi la citano come la più vasta ed importante della diocesi reggiana. Fu oggetto di importanti lavori di sistemazione ed adeguamento nel XVII secolo, che hanno dato l’attuale assetto alla chiesa ed alla attigua canonica a corte, molto apprezzabile dal punto di vista architettonico.

Si è detto che sulla cima di Bismantova si trovava un importante castello, ma già nel periodo matildico tale edificio risultava, secondo i documenti, in rovina: risalirebbe dunque all’XI secolo l’edificazione della parte più antica del borgo castelnovese, ai piedi di uno dei tre monti, oggi ricoperti di conifere, che attualmente circondano il paese. Inoltre, per rinforzare il sistema di controllo del territorio basato su una presenza piuttosto fitta di castelli e posti di guardia, fu proprio la dinastia dei Canossa ad erigere un nuovo castello sulla cima del citato monte. Negli ultimi anni sul sito, ove restava visibile solo una parte di una torre a base quadrata, sono stati condotti scavi archeologici che stanno portando alla luce altri locali ed ambienti, e che confermerebbero una presenza di diversi secoli, fino all’epoca estense.

Sempre nel periodo matildico ebbero rilievo alcune frazioni che oggi ricadono nel territorio comunale di Castelnovo: Felina, ove ancora oggi resta una torre a base circolare, chiamata dalla popolazione locale “il salame”, Maillo e Gombio, dove erano presenti secondo i documenti altri due castelli, e dove ancora oggi si trovano importanti edifici e case a torre di assoluto interesse architettonico.