Matilde

Comune di Carpineti
La pieve di San Vitale

Il crinale che corre dal castello delle Carpinete alla cima del monte Valestra conduce, attraverso una suggestiva passeggiata di 4 km, immersa nella natura, al sito archeologico dell' importante pieve di S. Vitale. Sull'alto prato oggi sono rimasti solamente i pochi ruderi di questa antichissima chiesa plebana, che appartenne al grande feudo di Matilde di Canossa, ma di probabile origine bizantina, come il Santo a cui fu intitolata.

L'esistenza della chiesa di San Vitale, col titolo di basilica, era già segnalata in un documento dell'857 e e successivamente indicata in un carteggio imperiale del 980. Venne poi ristrutturata nel 1105 e riconsacrata. La pieve si articolava su un'inconsueta pianta basilicale a tre navate, dove quella intermedia sporgeva in modo preminente rispetto alle altre due laterali. Le absidi erano semicircolari separate da due colonnati. L’edificio fu abbandonato intorno alla metà del XVIII secolo, trasferendo le funzioni religiose nella sottostante chiesa di santa Caterina, dove è stata trasportata l’antica mensa d’altare di san Vitale. All’interno di cinque piccole nicchie disposte a croce sulla superficie della mensa erano conservate importanti reliquie. E’ stato solo possibile recuperare due vasetti in vetro di antica fattura, ed elevato pregio storico artistico, recanti tracce di tessuti e frammenti lignei.

Demolita con un decreto vescovile del 1754, rimangono attualmente visibili soltanto il nartece, ridotto a cappella negli anni ’30, ed un breve tratto del muro perimetrale, rivolto sud. Il nartece, una sorta di vestibolo che collegava le navate con l'esterno della chiesa, elemento architettonico molto usato nelle chiese romaniche e nelle basiliche paleocristinae, conserva l’originale portale quadrangolare affiancato da semicolonne capitellate in arenaria, sormontate da una lunetta decorata con una fascia scolpita a intreccio. I decori più preziosi e significativi vennero dispersi in diverse parrocchie e musei dell'Appennino reggiano e di Reggio Emilia.

Da segnalare che, nel territorio reggiano, nessuna antica chiesa presenta un insieme di manufatti scolpiti così remoti e così estesi nel tempo quanto la pieve di San Vitale. Tali pezzi operati in arenaria locale o in marmo, dimostrano l'alto livello degli artigiani impiegati nella decorazione della chiesa, in un arco temporale molto esteso che va dal VII al XII secolo e in particolare 13 capitelli dovuti a maestranze campionesi operanti nel duomo di Modena intorno al 1170. Di fronte all’antico portale della pieve si innalza un altro fabbricato a pianta quadrata, tipologicamente attribuibile al XVI-XVII secolo, originariamente adibito a canonica, al cui interno, sono conservati pregevoli elementi scultorei, probabilmente appartenenti alla chiesa preromanica.