Matilde

Comune di Canossa
Il mito di Canossa e le rovine del castello

Iniziamo il nostro viaggio da un luogo leggendario fissato nella storia da un evento di straordinaria importanza: Canossa, dove i resti dell'imponente castello della Magna Comitissa Matilde dominano le valli e le alture circostanti. Siamo nel 1076 nel pieno delle Lotta per le investiture tra Papa Gregorio VII e l'imperatore Enrico IV. Il papa vuole impedire ad ogni costo che il potere di nominare i vescovi rimanga nelle mani del sovrano e ricorre quindi alla sua più potente arma per screditare Enrico: la scomunica. Gregorio promulga l'editto e subito si mette in viaggio con Matilde verso la Germania, ma viene avvertito che Enrico sta scendendo con il suo esercito verso l'Italia. Matilde costringe quindi Gregorio a rifugiarsi nella sua inespugnabile fortezza di Canossa, dove nel gennaio del 1077 arriverà Enrico, questa volta senza alcuna intenzione bellicosa, ma con la volontà di chiedere perdono al suo più grande nemico. Arrivato ai piedi del castello l'imperatore si tolse la pelliccia che lo proteggeva dal gelo mortale che attanagliava quei terribili giorni d'inverno, indossò un saio e rimase per tre giorni e forse per tre notti, tra la terza e la seconda cinta di mura, prima di essere accolto dal Papa.

Dall'alto della rupe lo sguardo abbraccia il vasto orizzonte che, nelle giornate più limpide, si estende fino all'arco alpino. La leggenda vuole che il primo castello sia stato costruito, nella prima metà del X secolo, per volere di Sigifredo da Lucca, guidato in quel luogo da una cerva nel corso di una battuta di caccia. Sicuramente nel 950 trovò rifugio nel castello la regina Adelaide in fuga da Berengario re dei Longobardi. In quel periodo Atto Adalberto, figlio di Sigifredo, investì la maggior parte delle sue ricchezze per trasformare il castello in una vera fortezza. Risale a quell'epoca anche la costruzione del tempio dedicato a Sant'Apollonio martire, dove furono custodite alcune reliquie del Santo, trafugate da Brescia dallo stesso Atto. Ma è sotto la dominazione di Matilde che la fortezza di Canossa raggiunse la sua massima importanza.

I rilievi e gli scavi effettuati a partire dal 1878 e le descrizioni da parte di frate Donizone, il biografo di Matilde, permettono di ricostruire abbastanza fedelmente il castello di cui oggi rimangono solo tracce delle mura meridionali e della cripta della chiesa di Sant' Apollonio. La difesa era assicurata da tre cinta di mura, entro le quali si trovavano le abitazioni del borgo ai piedi della roccia, gli alloggi dei soldati, le scuderie e i depositi. La strada carrabile era larga più di due metri e con un notevole grado di pendenza. Tre erano le porte: alla base, in corrispondenza della seconda cinta muraria e sulla sommità. Quest'ultima è ancora conservata nella struttura muraria superstite. Al complesso fortilizio si accedeva attraverso un piccolo cortile oltre il quale si passava nella piazza d'armi dove, a destra, sorgeva il palazzo signorile e intorno altri edifici residenziali.

Dal lato meridionale del palazzo signorile si accedeva, attraverso un vestibulum, alla chiesa e al convento con le celle dei monaci. Il palazzo si trovava al centro protetto dal mastio, all'incirca dove si trova adesso il Museo Nazionale “Naborre Campanini”. Il museo espone una raccolta di numerosi reperti rinvenuti durante gli scavi ottocenteschi tra i quali un pregiato fonte battesimale monolitico, in pietra arenaria, del XII secolo. Rinvenuto nella chiesa di Sant'Apollonio presenta delle straordinarie decorazioni a bassorilievo raffiguranti i simboli tradizionali degli evangelisti, una rappresentazione allegorica del bene e del male oltre a una corona intrecciata a motivi floreali che incornicia il bordo. La prima sala ospita uno straordinario plastico che riproduce il castello nelle sue forme originali e da cui si deduce la magnificenza delle strutture medievali.

Merita una sosta il borgo situato sotto l'imponente mole del castello che, nonostante i pochi edifici di origine antica, mantiene un genuino aspetto di arroccato villaggio medievale. Dal castello si può proseguire, a piedi o in auto, nella visita ai vicini e suggestivi borghi di impianto medievale. A Riverzana, dove è presente una bella casa torre e Grassano, forse il più interessante nel territorio prossimo alla rocca matildica. Sulle facciate degli edifici più antichi emergono elementi costruttivi risalenti a epoche diverse, dal tardo Medioevo al Rinascimento. Da notare l'antica casa torre posta in perfetta linea visiva con i castelli di Canossa e Rossena.
A 3 km da Canossa il piccolo borgo medievale di Votigno ospita la Casa del Tibet e il Museo del Tibet inaugurato personalmente dal Dalai Lama 1990. Famosa a livello internazionale, la Casa del Tibet diffonde la cultura tibetana e promuove il dialogo fra tutte le culture e le religioni del mondo.

NoteImmagini contenute nell'audioguida di Mario Bianchini